La poesia di Michele D'Andria

L'ora del monte Vulture
Migrante anch'io
a voi ritorno, monti di mia terra;
dolci monti della Lucania
Torno a Voi che, puro, serbaste
quel cuore che fanciullo mi rapiste
e largo di spiegate sui profili
di mia gente il silenzio antico.
Sul sasso, ritrovo degli avi,
oggi come ieri, l'orma stanca;
e l'occhio che travalica le cime.
Bradano, Basento Agri e Sinni,
giganti un giorno. Primi a dire Italia:
E te eccelsia antica Acerenza
sulla roccia temprata ai venti,
loggia lucana nel sol levante,
ognun da lontano ti addita
faro vagante pei cieli infiniti.
Sole della mia nascita,
che del Bradano il letto baci scarno,
te pur rivedo
andar vermiglio dietro il monte Vulture,
come quando ramingo sulla sera
ancor negli anni acerbi
lo spirito gettavo nel mistero.
Era l'ora dell'Ave di Maria,
l'ora di quando il padre mio,
nuda,chinata, segnava la fronte;
e, accanto, il cane amico che guardava!
Michele D'Andria